La guerra Iran-Iraq è stata una violenta e lunga guerra combattuta tra Iran e Iraq dal 1980 al 1988. La guerra è iniziata il 22 settembre 1980, quando l'Iraq invase l'Iran senza preavviso.
Ci sono stati vari motivi per l'inizio del conflitto, tra cui dispute territoriali e religiose, questioni politiche e conflitti di potere tra i leader dei due paesi. Durante la guerra, entrambe le parti hanno combattuto duramente, con gravi conseguenze umanitarie e materiali.
La guerra è stata particolarmente brutale, caratterizzata da attacchi aerei, battaglie di trincea, uso di armi chimiche da parte di entrambe le parti e massicce perdite di vite umane. Si stima che tra 500.000 e 1 milione di persone siano morte durante la guerra, molti dei quali civili.
L'Iran, guidato dal leader religioso Ayatollah Khomeini, si proponeva di rovesciare il regime secolare in Iraq e sostituirlo con un governo islamico. L'Iraq, guidato da Saddam Hussein, ha lottato per difendere il proprio regime e acquisire il controllo sulla regione petrolifera dello Shatt al-Arab.
La guerra si è conclusa nel 1988, quando le Nazioni Unite hanno mediato un cessate il fuoco tra i due paesi. Non è stato raggiunto alcun cambiamento territoriale significativo, ma entrambi i paesi hanno subito danni enormi e hanno visto economie devastate.
La guerra Iran-Iraq ha avuto un impatto significativo sulla politica e sulla stabilità della regione del Medio Oriente. Ha alimentato rivalità e tensioni tra diversi paesi nella regione e ha avuto conseguenze durature sulle società e sull'economia di entrambi i paesi coinvolti.
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